È con immenso piacere che vi annuncio l’uscita del mio quinto romanzo “Friedensturm – Storia di Guido Marzuttini caduto nella Grande Guerra“, frutto di un lungo ed accurato lavoro di ricerca storica, ma non solo. La difficoltà insita nella stesura di un romanzo storico è che bisogna alternare la narrazione a fatti realmenti accaduti, evitando che questi ultimi tolgano l’incanto dell’elemento narrativo, trasformando il tutto in un saggio.
Nonostante la mia grande soddisfazione, non posso fare a meno di sentirmi amareggiata e cercherò di spiegarvene i motivi.
Il protagonista del romanzo è figlio di un artista friulano. Per questo motivo, considerato anche che i friulani si lamentano spesso, giustamente, dal loro punto di vista, di non essere adeguatamente valorizzati in Italia, ero convinta che, nel rivolgermi ad una casa editrice friulana, avrei trovato ascolto, considerazione e sostegno. Esattamente il contrario. Le ho contattate tutte (il numero totale sta più o meno sulle dita di una mano). L’unica che mi ha risposto ho scoperto a posteriori essere dichiaratamente a pagamento.
Sono da sempre profondamente contraria all’EAP (editoria a pagamento), perché rappresenta soltanto un business per gli editori, che approfittano di quella che è un po’ la “moda” del nostro tempo: tutti vogliono scrivere, favoriti anche dalla facilità dei mezzi tecnologici del giorno d’oggi, ma nessuno legge più. L’EAP, pubblicando tutto purché si paghi, non fa che inflazionare questa situazione, quando invece il compito di una casa editrice dovrebbe essere valutare le opere che riceve, scegliere quelle che ritiene più meritevoli e/o più vendibili ed investire solo su di esse.
Aggiungo che, poiché la maggior parte degli autori acquista generalmente dalla casa editrice una ventina di copie (da regalare ai parenti, agli amici, ecc.), le case editrici hanno già il loro guadagno garantito e non dovrebbero chiedere altro.
Nella ricerca di una casa editrice non a pagamento, mi sono spostata in una regione che è stata anch’essa “teatro” delle battaglie della Grande Guerra per sottoporre il mio romanzo, convinta, anche in questo caso, che avrei avuto una valutazione oggettiva sul mio lavoro.
La prima sorpresa è stata quella di scoprire che anche questa casa editrice è a pagamento. A questo punto, però, mi sono rassegnata, considerato che, pagando, avrei avuto la possibilità (non scontata per le altre case editrici) di partecipare a due importanti Fiere del Libro.
L’esperienza è stata purtroppo negativa, a cominciare dal fatto che i tempi dichiarati per iscritto dall’editore sulla tempistica della consegna delle bozze revisionate (massimo due giorni) sono sfociati in quasi due settimane, che sarebbero diventate un mese se avessi accettato la proposta dell’editore che voleva leggere accuratamente il mio romanzo, in quanto “gli sembrava ben scritto”. A parte la contraddizione della sua proposta (se è ben scritto, perché lo vuoi rileggere?), ho rifiutato, perché avevo fretta di avere il romanzo pronto. Non mi era nemmeno del tutto chiaro se questa sua “lettura accurata” avrebbe comportato dei costi aggiuntivi.
Quando ho ricevuto le bozze revisionate, chiaramente per mezzo di un correttore automatico, mi sono resa conto che avrei impiegato almeno un mese per “rimettere a posto” tutto quello che era stato “stravolto”. Mi limito a citare soltanto due “cattive correzioni”:
1) le virgolette caporali, che sono solita utilizzare per riportare i dialoghi, erano state forzatamente accompagnate dai trattini (quando, in un qualsiasi manuale di redazione editoriale, è scritto chiaramente che per i dialoghi si possono scegliere o le virgolette caporali o gli apici alti o i trattini, che sono incompatibili tra loro). Aver aggiunto i trattini alle virgolette caporali aveva provocato una confusione terribile (non si capiva più chi parlava e chi narrava) nelle frasi che comprendevano più di un intervento;
2) lo spostamento delle note tutte in fondo al libro, mescolando quelle del romanzo a quelle della biografia, quando romanzo e biografia, pur trovandosi inclusi nello stesso volume, sono due elementi che vanno mantenuti distinti. Nella mia versione, infatti, la biografia presenta una numerazione romana proprio per distinguerla da quella del romanzo, che invece è caratterizzato da quella araba. Nella versione dell’editore, invece, la biografia aveva una numerazione araba, che era la prosecuzione di quella del romanzo, per cui iniziava a pag. 283!
Per non parlare delle note, che nella mia versione si “azzerano” ad ogni capitolo e all’inizio della biografia per evitare di generare confusione, invece l’editore aveva inserito un’unica numerazione in tutto il libro, fatto sta che la prima nota della biografia era la numero 127!
Quando ho fatto presente all’editore tutte le mie perplessità, motivate punto per punto, sulle correzioni, lui si è offeso e mi ha “scaricata”.
A questo punto, sono tornata con Youcanprint e probabilmente è meglio che sia andata così. Se autopubblicazione deve essere, che lo sia chiaramente e non mascherata sotto l’egida di un’editrice che si fa pagare molto di più e le cui revisioni editoriali, invece di essere rivolte a contenuto e stile, si limitano ad “ingabbiare” il testo dell’autore entro gli angusti confini di un layout editoriale (non sempre corretto).
Dal momento che le case editrici hanno rinunciato (per lucro) a svolgere quello che dovrebbe essere la loro “missione”, tocca a voi, cari lettori, leggere e giudicare il mio romanzo (e forse è giusto che sia così).
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